Assenzio, Artemisia absinthium, la fata verde
Il nome sembra legato alle sue proprietà terapeutiche, derivando dall’aggettivo greco artemis (sano); secondo alcuni autori deriva invece da Artemide, dea della caccia, che avrebbe imparato da Chirone a conoscere le proprietà di questa pianta e che l’avrebbe utilizzata in particolare per le irregolarità del flusso mestruale e in generale per disturbi dell’apparato riproduttivo femminile, insegnando anche ad altre donne come usarla.
Il composto è stato soprannominato nel corso della storia “Le perìl ver” (Il pericolo verde) o “La Fée Verte” (La fata verde), chiamata così per il tipico colore della bevanda che ricorda un’atmosfera “pericolosa” e “magica” in cui si riteneva fossero immerse le persone che lo consumavano. È chiamato anche più comunemente Zenzero verde, Assenzio in inglese, Genepi in latino e Vermouth in francese.
Si presuppone che l’Assenzio venne bandito per motivi commerciali dato che l’uso dilagante del distillato verde danneggiava i produttori di vino e le distillerie che producevano Cognac.
A livello europeo, l’Allegato II della Direttiva 88/388/EEC (9) sugli aromatizzanti fissa a 0,5 mg/kg il massimo livello consentito di tujone (A e B) nei prodotti agroalimentari e nelle bevande aggiunti con proprietà aromatizzanti. Attualmente il proibizionismo nei confronti dell’Assenzio risulta essere in vigore, il bando è relativo non allo specifico distillato ma alle bevande con un contenuto di tujone al di sopra di una soglia. In accordo con la normativa europea (88/388/EEC 1988) il livello massimo di tujone nelle bevande alcoliche non può essere maggiore di 5 mg/kg e, in ogni caso, la percentuale di questa sostanza non deve superare il 25% del volume di alcol e i 35 mg/kg negli amari.
L’A. absinthium è una pianta erbacea perenne costituita da un fusto sodo, prolungato, legnoso e frondoso, i fiorellini sono penduli di colore giallo verdastro, le foglie e i fiori sono molto amari, con un aroma caratteristico aromatico.
Svariate sono le proprietà terapeutiche dell’Assenzio. I principi amari, in particolare l’absintina, sono responsabili delle azioni amaro-tonica, eupeptica, aperitiva e digestiva; è utile in tutti i disturbi digestivi caratterizzati da atonia, è consigliato anche per gli anemici, i nevrastenici e i convalescenti; ha effetti positivi sulle discinesie delle vie biliari in quanto stimola la secrezione di ile e ne aumenta il deflusso. L’azione febbrifuga, soprattutto per febbri intermittenti, sembra legata a uno degli steroli contenuti nella droga. L’assenzio è inoltre vermifugo, attivo contro acari ed ossiuri; è emmenagogo, cioè facilita le mestruazioni mancanti sia per causa intrinseca da inerzia uterina sia dovute a stati di debolezza generale. Esternamente è utilizzato per curare piaghe ed ulcere, dermatosi squamose e punture di insetti.
Le chemioterapie combinate dell'estratto di artemisia o dei suoi costituenti attivi isolati con i farmaci antibatterici o antimalarici attualmente disponibili sono ora documentate per alleviare le infezioni da malaria e piroplasmosi.
L’assunzione deve avvenire alle giuste dosi e la terapia non può essere continua, in quanto l’uso prolungato provoca absintismo: intossicazione con convulsioni psicostimolanti epilettiformi che a volte possono condurre a esiti letali.
Il principale responsabile degli effetti psicoattivi e tossici dell’assenzio è considerato l’alfa-tujone. La neurotossicità dell’alfa-tujone è stata associata alla sua capacità di bloccare a livello cerebrale i recettori dell’acido gamma-aminobutirrico (GABA) in particolare agisce da antagonista dei recettori GABAA. Ciò sembra favorire l’insorgenza di scariche elettriche neuronali anomale, responsabili delle manifestazioni epilettiche. Si è ipotizzato che l’attività pro-convulsivante dell’alfa-tujone possa essere correlata anche ad una riduzione della risposta del recettore 5-HT3 per la serotonina Il tujone, inoltre, in virtù della somiglianza strutturale con il delta-9-tetraidrocannabinolo, principio attivo psicotropo della cannabis, possiede una lieve affinità per i recettori dei cannabinoidi senza tuttavia indurre effetti cannabis-mimetici.
A livello tradizionale-popolare l’assenzio era usato per guarire lividi e contusioni, inoltre masticarne le foglie era considerato utile per evitare il contagio nei periodi in cui il colera era diffuso.
Attualmente l’assenzio è ritornato in voga soprattutto tra i giovani, viene riproposto nei cocktail bar più trendy e il suo consumo trova terreno fertile nelle celebrazioni di ritualità magico-esoteriche.
Fonti:
E. Riva, L’universo delle piante medicinali, Tassotti editore, 1995;
Composti bioattivi, azioni farmacologiche e farmacocinetica dell'assenzio (Artemisia absinthium) (2020) - https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7345338/ ;
Un distillato bohèmienne (2016) - http://eprints.bice.rm.cnr.it/15155/ ;
Scheda tecnica - Istituto Superiore di Sanità - http://old.iss.it/binary/drog/cont/Artemisia_absinthium.pdf .
Articolo scritto in collaborazione dalla Dottoressa Lucia Bono e Dottoressa Alice Loreti