Vite, Vitis vinifera
Sembra quasi superfluo ricordare quale posizione di rilievo occupi nella tradizione la coltivazione di una pianta come la vite la cui storia coincide con i primi importanti insediamenti umani e cioè con la nascita dell’agricoltura.
Opere mitologiche e poetiche dei più importanti autori greci e romani la celebrano con innumerevoli riferimenti allegorici, tele di più grandi pittori la rappresentano come simbolo sacrale dell’immortalità e della vita. Un cenno poi meritano le opere del Nuovo Testamento dove la vite è veramente carica di significati divini: essa è il simbolo di Cristo (Vitis Vera) e il vino da essa prodotto diventa dunque il sangue dello stesso Cristo, mentre la vigna (Vinea Domini) è il simbolo della chiesa del Signore.
Tutti i riferimenti storici e letterari sono dunque legati al principale e primario prodotto di questa pianta, il vino: quella bevanda inebriante che affonda le proprie radici nel mito e che permette allo spirito di andare al di là dei suoi limiti temporali e spaziali. E’ chiaro quindi che di fronte a un “prodotto” di così grande importanza, ben poco ci si occupasse delle virtù terapeutiche delle foglie di vite. Virtù che sono peraltro di tutto rispetto in quanto supportate da una forte tradizione popolare che ha sempre sottolineato gli indiscussi poteri astringenti e vaso regolatori di queste foglie.
Le foglie di vite contengono una discreta quantità di sostanze tanniche nonché le cosiddette enocinine, che sono dei mono e diglicosidi di tipo antocianico. Per uso interno, queste foglie hanno proprietà astringenti utili in caso di diarree.
Soprattutto la varietà “rossa” delle foglie di vite però – quella ricca di antociani – è oggi usata in terapia quale astringente venoso e vaso protettore.
Gli antocianosidi delle foglie di vite – come del resto quelli del mirtillo, delle foglie di ribes nero e del ginkgo biloba – agiscono esclusivamente sulla parete dei vasi sanguigni, verosimilmente in corrispondenza della loro membrana vasale. Agiscono sulla morfologia dei capillari diminuendo la quantità di glicoproteine accumulate sulla parete vasale e ciò porta ad una graduale regressione delle lesioni vascolari. Oltre a ciò si è dimostrato anche una loro positiva influenza sulla biosintesi del collagene.
Altro aspetto importante della loro azione biologica è inoltre legato al fatto che essi riescono a diminuire l’adesività piastrinica specie quando, per un alterato equilibrio biochimico-istologico, l’endotelio vasale risulta alterato e le piastrine aderiscono alla parete dei vasi.
Per questi effetti molteplici i principi attivi delle foglie di vite si sono dimostrati utili nel trattamento di alcune malattie delle arterie, nelle affezioni venose accompagnate da fragilità capillare, nell’insufficienza venosa e nella senescenza vascolare.
Fonti:
E. Riva, L’universo delle piante medicinali, Tassotti editore, 1995.