Come gestire l'adozione di un gattino
All’inizio di Dicembre in concomitanza con il mio compleanno è arrivata a casa una gattina. Mio fratello ha deciso di prendere da una fattoria una gattina apparentemente sana che in giro di pochi giorni ha manifestato diverse patologie: pulci, vermi, acari, rinosinusite, febbre, raffreddore e dissenteria. In quei giorni penso di aver pensato: “Ma che cosa ho fatto io di male dalla vita?”. Ma poi è bastato pochissimo per affezionarmi e dedicarmi a lei con tanto amore e curarla nel migliore dei modi.
Al che ho iniziato a leggere tutto quello che potessi sulla gestione di un gattino e mi sono accorta di quanto poco conoscessi questo mondo soprattutto come farmacista.
Quando si decide di adottare un gattino bisogna assolutamente tenere conto di tanti fattori:
l’età,
lo stato di salute,
se sono stati già effettuati interventi antiparassitari su: pulci, zecche, vermi e acari,
inoltre bisogna sapere se il gatto è stato vaccinato e/o sterilizzato.
L’adozione di un animaletto deve essere pensata accuratamente in quanto ci sono tanti passaggi da effettuare e tante accortezze da prendere.
L’adozione di un gattino si prevede all’incirca intorno al terzo mese di vita in quanto il cucciolo è stato svezzato prima dalla mamma, adozioni o salvataggi di gatti più piccolini devono prevedere assolutamente la visita e l’accompagnamento di un veterinario che segue passo a passo il percorso di svezzamento e analizza lo stato di salute del gatto consigliandoti i migliori prodotti da utilizzare. Il primo trimestre di vita è un momento delicatissimo di crescita del gatto e se si sbaglia qualcosa, il gatto potrà avere allergie, intolleranze, carenze o deficit futuri importanti.
Nel caso in cui non sapete l’età del vostro cucciolo, portate l’animale dal vostro veterinario di fiducia per una visita approfondita, in base ai denti, e alla presenza o meno di denti definitivi vi potrà dare a spanne l’età del vostro gattino, verranno tenuti conto altri fattori tra cui razza, peso, lunghezza. Ovviamente in caso di gatti adulti la valutazione sarà più complessa e difficile da stabilire.
Il primo giorno in cui la gattina è arrivata a casa era spaventatissima, ricordo che aveva visto una papera di plastica ed era saltata in aria come una molla. Mio fratello mi aveva raccontato anche il distacco dalla mamma e dalla sua fattoria dove viveva in compagnia di altri animali, una volta messa nel trasportino aveva seguito tantissimi miagolii e il solo pensiero mi straziava il cuore.
Il gatto quando subisce un cambiamento in genere si stressa facilmente e il suo sistema immunitario potrebbe iniziare a fare i capricci. Inizialmente il gattino potrebbe avere difficoltà ad ambientarsi e prendere confidenza, lo si nota subito in quanto il gatto quando si sente a disagio tiene le orecchie basse, poco a poco che si abitua alzerà le orecchie. Anche i movimenti verranno fatti rasi al suolo con la coda che sfiora il pavimento, appena inizia a sentirsi a suo agio inizierà a camminare normalmente tenendo la coda alta.
Per ridurre lo stress del gatto e facilitare l’inserimento in un nuovo ambiente esistono dei prodotti che potrebbero fare al caso vostro:
diffusori feromoni (es. Feliway): è una soluzione naturale a base di feromoni felini che aiuta a prevenire e controllare i problemi comportamentali legati allo stress del gatto. Ne esistono diversi in formato spray da applicare nel trasportino o diffusori per l’ambiente utili per evitare marcature o che il gatto abbia paura e si nascondi sotto ai mobili.
mangimi complementari a base di proteine del latte (es. Zylkene): a base di alfa-casozepina, una molecola derivata dalle proteine del latte, questa sostanza aiuta a rendere il gatto più tranquillo e capace di sopportare meglio il cambiamento.
potrebbe venirci in soccorso anche l’omeopatia (es.Rescue remedy senza alcool in spray o in gocce): i fiori di bach possono aiutare il nostro gatto ad affrontare meglio i cambiamenti come l’ansia e lo stress.
Ma a mio avviso come ogni brava “gattara” le miglior armi sono la pazienza e l’amore, vedrete che in poco tempo il vostro gattino si abituerà al nuovo ambiente!
I primi tempi di arrivo a casa bisogna seguire il gattino passo a passo, in quanto questo pregiudica anche l’educazione futura. Inizierà a nascondersi in posti inconsueti e a saltare su tavoli, sedie, graffiare divani e tappeti, è normale è nella sua natura. Ma per rendere la convivenza più piacevole e meno stressante per entrambi, quando lo cogliete in flagrante a fare qualcosa che non vi sembra opportuno ad esempio: graffiare il vostro divano o saltare sul tavolo quando preparate il pranzo, vi consiglio di dire in modo fermo e non aggressivo: “No!”. Non bisogna assolutamente arrabbiarsi o sgridarlo. Dopo che gli dite di no portatelo al proprio tiragraffi e fategli vedere come deve fare oppure fate scendere giù dal tavolo l’animale. Quando ha capito dategli un premio e ditegli: “Bravo!”. Poco alla volta capirà e inizierà a comportarsi come un bravo gatto.
Esistono in commercio tantissimi premi e bocconcini succulenti, ma quando si decide di dare un premietto perché non unire l’utile al dilettevole utilizzando:
Premi per il bolo: il gatto passa molte ore della giornata a pulirsi e a leccare il proprio pelo, è un animale molto pulito e schizzinoso, tanto è vero che pulendo il proprio pelo potrebbe a lungo andare avere problemi di formazione di boli di pelo. Questi bocconcini contengono: malto e oli vegetali che permettono di migliorare l’eliminazione e l’accumulo eccessivo di pelo favorendo l’evacuazione intestinale.
Premi per i denti: un altro problema del gatto è la formazione di tartaro ai denti, esistono in commercio bocconcini a consistenza porosa abrasiva in grado di pulire ed eliminare l’eccesso di tartaro che si forma sui denti.
Ovviamente non bisogna esagerare con i premi e darli solo quando si ritiene necessario, controllando l’animale quando vengono somministrati, inoltre altro consiglio che vi posso dare è quello di fare attenzione alle ricette fai da te perché spesso involontariamente si aggiungono nelle ricette alimenti non idonei all’alimentazione del gatto.
Ricordatevi che il gatto è un animale che dopo lo svezzamento tende a digerire male il latte e i suoi derivati, possiamo definirlo un animale per natura “intollerante al lattosio” in quanto inizia ad avere, poco dopo lo svezzamento, una ridotta presenza di lattasi a livello intestinale, dunque bisogna fare molta attenzione al latte di mucca e ai suoi derivati, piuttosto per preservare le naturali fonti di calcio si possono prediligere prodotti senza lattosio oppure piccole porzioni di ricotta a patto che non causino dissenteria.
Vanno assolutamente evitati scalogno, cipolla e porri in quanto contengono sostanze che interferiscono con i processi di coagulazione del sangue. Dunque fate attenzione anche ai preparati o omogeneizzati per bimbi controllando l’assenza di cipolla in quanto spesso questo alimento può essere utilizzato come conservante naturale.
Per quanto concerne la sua alimentazione potete preferire cibo secco o umido o mixando entrambi suddivisi normalmente in due o più porzioni giornaliere, controllando accuratamente le porzioni giornaliere in base al peso, all’età e alla sua propensione all’attività fisica come riportato in etichetta.
Oppure potete prediligere un’alimentazione casalinga costituita da fonti di: fibre, carboidrati, proteine e piccole quantità di grassi.
Le verdure di stagione sono una fonte naturale di fibre e possono essere consumate dal gatto crude o cotte e frullate addizionate agli altri alimenti (ad esempio: carote, zucca…).
I carboidrati come pasta e riso devono essere bolliti e serviti molto cotti per favorire una migliore digestione ricordando di non aggiungere sale in cottura, al gatto bastano piccole porzioni di carboidrati. Attenzione a non utilizzare la pasta per il cane per il gatto in quanto spesso contengono farine di dubbia provenienza non adatte all’alimentazione del gatto, in questi casi si preferisce la pasta ad uso umano.
Infine si può aggiungere una bella porzione di proteine che può variare come ad esempio: carne cruda di manzo quella utilizzata per la preparazione del sugo al ragù, pesce intero crudo: come sardine e acciughe fresche, oppure il tuorlo d’uovo crudo, attenzione: l’albume viene scartato dal gatto in quanto non digerito.
Da consumare con parsimonia: la famosa scatoletta di tonno, meglio se al naturale e senza sale e il prosciutto cotto. I gatti ne vanno ghiotti piuttosto utilizzate questi alimenti in extremis o come premi succulenti.
Altro punto fondamentale per un gatto è la sabbiera. Appena il gattino arriva a casa posizionate la sabbiera in un luogo appartato distante dalle ciotole dell’acqua e del cibo, fategliela annusare per bene, il gatto è un animale molto pulito e schizzinoso, capirà subito che quello è il luogo dove potrà fare i suoi bisogni.
Anche qui si apre un mondo sulle sabbiere ed esistono sabbiere per cuccioli biodegradabili a base di tofu oppure per gatti un po’ più grandini come sabbiere agglomeranti .
sabbiere al tofu: le sabbiere al tofu contengono tocchetti di tofu che possono essere addirittura mangiate dall’animale, sono tipologie di sabbiere adatte ai cuccioli, le feci e le urine si agglomerano facilmente e possono essere gettati direttamente nel wc.
sabbiere agglomeranti: le sabbiere agglomeranti sono sabbie a granulometria fine, il gatto tende a preferire questa tipologia di sabbia in quanto non rimane adesa alle zampe, ma attenzione essendo sabbia molto fine potrebbe creare problemi respiratori al gatto e irritazioni soprattutto se il gatto è piccolino, questa tipologia di rifiuti vanno smaltiti nei rifiuti non recuperabili all’interno di un sacchetto a parte. Se la sabbiera contiene sostanze biodegradabili è possibile smaltire il tutto all’interno dell’organico.
Noterete che il gatto appena esce dalla sabbiera dopo che ha nascosto e sotterrato il proprio bisognino correrà a una velocità supersonica fuori dalla sabbiera allontanandosi il più possibile dall’odore sgradevole.
Quando mi diedero in braccio questa cucciolotta me la misi sulle ginocchia e iniziai ad analizzare il pelo per vedere se c’erano: pidocchi, pulci o zecche.
Dopo un’attenta ispezione trovai dietro il collo segni rossi di feci di pulci, si appiccicano al pelo e appena le tocchi rilasciano una colorazione rossa di sangue, nemmeno il tempo di trovare questo segno, ho visto un animaletto nero sul pelo del gatto.
Al che ho deciso di acquistare un antiparassitario adatto a lei, alcuni antiparassitari per cuccioli, sono fialette monodose vendute anche singolarmente, all’interno contengono antiparassitari per cuccioli con peso superiore a un kg, l’applicazione del prodotto deve essere fatta accuratamente in un punto dietro al collo tra le scapole. La somministrazione viene fatta in un unico punto e soprattutto in una zona in cui il gatto non riesce a leccarsi. Attenzione a non toccare troppo il gatto per le 24h successive, soprattutto se in casa avete altri animali o bimbi. Normalmente la somministrazione va fatta la sera per evitare queste problematiche e una volta al mese in base al peso dell’animale.
Ovviamente per cuccioli esistono anche altre tipologie di antiparassitari ad esempio in spray, gli spruzzi si quantificano in base al peso. Appena il gatto diventa un po’ più grandino esistono, oltre alle canoniche fialette per gatti adulti, i collarini specifici contenenti antiparassitario. Quest’ultima soluzione permette di proteggere l’animale all’incirca per 7-8 mesi e i collarini sono studiati in modo tale da sganciarsi nel caso in cui il gatto rimanga all’aperto e impigliato d qualche parte. Vi esorto comunque per qualsiasi dubbio di sentire sempre il vostro veterinario di fiducia.
I giorni successivi il gatto non dormiva mai dentro la cesta che avevamo preso per lei, ma sul pavimento. Rimaneva sempre immobile e aveva assunto una posizione che io definivo “a lumaca”, si accucciava dritta nascondendo persino le zampe anteriori. Scoprii che questa posizione a preghiera è una posizione che assume il gatto quando sta male. Pochi giorni dopo il gatto ha iniziato a starnutire, il naso era arrossato ed era uscita addirittura la terza palpebra e tremava, inoltre le feci non erano formate e non le faceva più nella lettiera. Ecco che decisi di portarla immediatamente dal veterinario.
Quando il gatto presenta malessere e non sta bene fuoriesce la terza palpebra. Nel gatto la terza palpebra è sintomo di malessere e si presenta in diverse situazioni tra cui:
disidratazione,
congiuntivite,
vermi
Quando il gatto ha iniziato a tremare capii subito che aveva la febbre.
Il gatto ha una temperatura diversa da quella umana, la temperatura del gatto varia tra i 38,5°C e i 39°C, manifesta febbre sopra i 39,5°C e in questo caso se c’è febbre bisogna immediatamente consultare il veterinario. La misurazione della febbre in un gatto viene effettuata usando un termometro elettronico per via rettale. Per fare la misurazione bisogna essere in due, una persona tiene il gatto dalle zampe anteriori e la seconda persona fa la misurazione inserendo il termometro nell’ampolla rettale.
Feci immediatamente una chiamata al veterinario e mi consigliò di portare un campione di feci alla visita. Quel mattino non riuscii a raccoglierlo, nella notte avevamo cambiato penso più di 20 stracci, le feci erano liquide e avevo buttato anche la sabbiera per quanto era sporca. In quella notte le avevo somministrato dei fermenti lattici ad uso umano che avevo in casa (es. Enterogermina 2 miliardi). Inoltre per tutto il pomeriggio e la mattina dopo il gatto non mangiava e non beveva.
In quei giorni passavo le mie giornate a pulire con alcool e detergenti enzimatici per il pavimento. Ovviamente i prodotti come l’Ipoclorito di sodio e l’Ammoniaca sono sconsigliati in quanto hanno odori molto molto forti per il gatto e potrebbero peggiorare la situazione.
In quel frangente il veterinario la visitò e mi disse che il gatto aveva la febbre a 39,5, era raffreddato probabilmente un virus (calicivirus o herpesvirus) e che molto probabilmente non essendo mai stato vaccinato il gatto aveva contratto una malattia virale e non escludeva una possibile sovra-infezione batterica anche se i polmoni erano liberi, contate che gli occhietti erano appiccicosi e il gatto si mostrava malaticcio, mangiava e beveva poco. Proprio per queste valutazioni il veterinario ha deciso di somministrare al gattino l’antibiotico (in base al suo peso) mattino e sera per 10 giorni, un antielmintico generale non essendo mai stata “sverminata”, mi aveva poi consigliato l’aerosol con acqua fisiologica durante tutto il periodo di raffreddamento e una pasta appetibile utile a stimolare le difese immunitarie. Oltre alla situazione un po’ critica, dovevo trasportare il gatto per 150 chilometri e portarlo a casa mia in Valle d’Aosta.
Una volta arrivata a casa abbiamo iniziato la terapia antibiotica. Ovviamente le compresse non sono la miglior versione di medicina per un gatto, per fargliele assumere le davo dei pezzettini di prosciutto. Anche se ho scoperto dopo che il prosciutto non va somministrato in modo frequente perché infiamma l’intestino. Ovviamente come tutti i gatti alla quinta pastiglia di antibiotico era riuscita a capire come non prendere l’antibiotico, sputarlo e mangiare unicamente il prosciutto. Proprio per questo motivo esistono in commercio degli strumenti chiamati “sparapillole per gatti” che permettono di somministrare formulazioni in compresse anche nei gatti più complicati.
Una volta arrivata in Valle d’Aosta ho contattato un veterinario che conoscevo in quanto il gatto mostrava segni di disidratazione, la doppia palpebra, la diarrea era profusa e non si vedevano segni di miglioramento. Ovviamente avevo portato le feci ad analizzare per capire se c’erano presenti altre tipologie di vermi oltre a quelli canonici, essendo una delle cause principali di diarrea nel gattino. Per fortuna vennero esclusi la presenza di coccidi e dunque l’antielmintico generale prescritto dal primo veterinario era sufficiente.
Ma comunque il problema diarrea non era stato risolto!
Quando c’è diarrea, i gatti, come i bimbi e gli anziani hanno bisogno di più acqua e di maggiore idratazione, pur essendo il gatto un animale che beve poco, deve avere un apporto giornaliero adeguato di acqua fresca. Lo capisci subito quando un gatto è disidratato in quanto negli occhi esce la terza palpebra e la collottola se pinzata rimane alzata e non scende uniformandosi al pelo. Se capita tutto ciò bisogna sentire con urgenza i veterinario in quanto deve valutare l’iniezione di acqua fisiologica nella collottola per riportare l’idratazione del gatto ad uno stato ottimale. Appena il gatto sta meglio te ne accorgi subito in quanto la terza palpebra si ritira e l’occhio è subito più brillante.
Ovviamente se c’è diarrea profusa bisogna, come negli essere umani, bisogna utilizzare probiotici idonei, ne esistono una versione per animali (es. fortiflora, florentero, carobin pet ultra…), ma spesso non sono sufficienti e bisogna ricorrere a formulazioni ad uso umano per risistemare il proprio animaletto come (yovis, vsl#3, enterelle…).
Ovviamente un consiglio spassionato è quello di utilizzare i probiotici anche durante il trattamento con gli antibiotici e proseguire anche dopo aver terminato la cura. L’antibiotico soprattutto in un gatto piccolo è deleterio, in quanto va a compromettere la sua flora batterica intestinale molto delicata.
In questa occasione essendo le feci non formate e non riuscendo più a star dietro la diarrea del felino, il veterinario mi ha fatto integrare all’utilizzo di probiotici, un fungo il Cordiceps che in micoterapia ha l’utilità di ridurre l’infiammazione intestinale e ha una funzione prebiotica, il tutto sempre mescolato al suo cibo e una pasta appetibile a base di caolino e alginati in grado di addensare le feci (es. Pro-Kolin Advanced in pasta per gatti). Anche perché il gatto è un animale molto astuto, se sta male tende a farti presente il suo malessere non facendo le feci o le urine nella sabbiera, ma in punti a te visibili. Grazie alla pasta addensante il gatto avevo ripreso a riconoscere le feci come feci corrette e dunque aveva ricominciato a rifarle nella lettiera dando un po’ di pace alle mie continue pulizie. Ovviamente non fosse guarito nei tempi prestabiliti, il veterinario avrebbe provveduto alla somministrazione di cortisonici intestinali utili a disinfiammare l’intestino, per fortuna: santi probiotici!
Il percorso non è stato affatto semplice, ma in giro di poco tempo, Mya ha ricominciato a stare meglio!
Appena ha iniziato ad essere in salute e a giocare come una matta per casa, abbiamo effettuato la prima vaccinazione per il gattino seguendo il protocollo consigliato dal veterinario, la vaccinazione comprende la copertura per tre virus contro il parvovirus felino (Feline Parvovirus, FPV), il calicivirus felino (Feline Calicivirus, FCV) e l’herpesvirus felino di tipo 1 (Feline Herpesvirus-1, FHV-1). Il vaccino viene eseguito al tempo 0, poi dopo un mese il richiamo e il secondo richiamo dopo tre anni secondo le Linee Guida Wsava per cani e gatti.
Contate che il gatto può essere vaccinato tranquillamente tra le 8-12 settimane per avere una copertura vaccinale ottimale, prima si fa il vaccino, più il gatto ha minore probabilità di entrare in contatto con virus e manifestare patologie invalidanti.
In tutto questo trambusto però il gatto non era nel pieno delle sue forze e ha iniziato a tossire, la tosse di un felino è strozzata e assomiglia al rumore che fa l’uomo quando si sta strozzando. Difficilmente i gatti si strozzano in quanto tendono a sminuzzare in porzioni più piccolini il cibo, a differenza del cane che mangia con foga senza pensarci troppo. Riportata la gattina nuovamente dal veterinario le è stata diagnosticata una tracheite, un’infiammazione e un’irritazione della trachea.
Provai al gattino l’ebrezza dell’aerosol anche se non è un metodo del tutto rilassato per un gatto. Il gatto va posizionato nel trasportino chiuso e posizionata la bocchetta vicino alla finestrella di ingresso. L’aerosol viene effettuato con acqua fisiologica che aiuta il gattino a eliminare le secrezioni nasali, pulire il nasino e a respirare meglio. Ovviamente è un’impresa già mettere il gatto nel trasportino e con l’avvicinamento di un apparecchio elettronico rumoroso il gatto si spaventa. Ricordo che il gatto alla vista dell’aerosol si comportò come se avesse appena visto un serpente, ha sferrato due unghiate beccandomi la mano.
La seconda opzione, essendo la missione aerosol fallita, è stata l’utilizzo di una puntina di miele al giorno, il miele ha proprietà antibatteriche e lenitive e mitiga la tosse e l’irritazione. Ovviamente questo metodo è stato maggiormente gradito essendo il miele dolce e zuccherino, non so se lo sapete, ma esistono anche formulazioni in sciroppo per la tosse del felino, ma per il momento non le ho ancora testate!
In questo frangente ho provveduto lavorando sulle difese immunitarie del gatto acquistando una pasta che andasse a stimolare le sue difese immunitarie a base di echinacea, uncaria e fonti naturali di vitamina c (es. immunov-phyto 30 pasta) seguendo il consiglio del veterinario che fece la prima visita al gatto. Una volta terminata ho provato un’altra pasta contenente vitamine del gruppo b in grado di stimolare l’appetito, essendo il gatto convalescente con le difese immunitarie compromesse e molto debilitato (es. totaBi pasta).
Quando arrivò il momento fatidico di fare il richiamo del secondo vaccino, il gattino ha iniziato a manifestare i sintomi classici di una gatta in calore, il gatto aveva circa 7 mesi e da che non miagolava affatto a che emetteva, soprattutto di notte, rumori e miagolii strazianti. La prova fatidica fu la posizione della gattina con il sederino alzato e il tormento continuo nei confronti di qualsiasi essere di genere maschile.
Il calore di una gatta inizia con l’allungarsi delle giornate a gennaio e termina verso settembre. Il gatto non ha perdite di sangue come il cane o l’essere umano, ma cicli di calore che variano dalle due alle quattro volte l’anno, i suoi cicli durano dai 7 ai 14 giorni, ma possono variare enormemente se il gatto sta in casa con la luce artificiale. Il comportamento della gatta cambia diventa più affettuoso, ricerca più coccole e attenzioni, si struscia tra le gambe e si rotola per terra mostrando la pancia proprio con l’intento di attirare le attenzioni di un gatto maschio. Durante questo periodo bisogna far attenzione a non lasciare finestre o porte aperte perché appena avrà l’occasione scapperà!
A distanza di tre settimane dalla seconda dose del vaccino, feci sterilizzare la mia gattina come concordato con il veterinario.
La sterilizzazione per una gatta è un po’ più complicata rispetto quella rivolta a un gatto maschio, ma ormai è diventato per il veterinario un’operazione di routine. Il veterinario sceglierà in base alla storia clinica del gatto e in base alla sua esperienza se asportare unicamente le ovaie oppure l’utero più le ovaie.
Prima dell’operazione il vostro veterinario vi fornirà tutte le indicazioni del caso su come effettuare la preparazione all’operazione. Nel mio caso il giorno prima dell’operazione ho tolto il cibo al gattino verso le 20.30 mantenendo la ciotola dell’acqua tutta la notte e poi il mattino dell’esame ho tolto l’acqua verso le 7 del mattino, l’operazione è stata fatta poco dopo in mattinata.
Normalmente dopo l’operazione la vostra gattina verrà tenuta sotto controllo dal veterinario per un giorno intero. Dopo l’operazione non feci nulla, non diedi né terapie, né collarino elisabettiano e né dovetti disinfettare la ferita, i punti biodegradabili si riassorbirono in una settimana e il gatto lo portai a controllare dopo circa una decina di giorni dal veterinario. E’ bene quel che finisce bene!
Con l’occasione decisi di applicare alla gattina il microchip, per i gatti il microchip non è obbligatorio, cosa invece obbligatoria per il cane. L’inserimento del microchip viene effettuato nella collottola e dopo la sua applicazione, il veterinario effettuerà la registrazione e inserirà tutti i dati del padrone. Questi dati saranno utili in caso di smarrimento o di perdita del gatto, potrebbe essere una soluzione valutabile in caso il gatto resta fuori casa e gironzoli non solo intorno al giardino.
Ovviamente ce n’è sempre una quando non ce ne sono due! Altra questione gli acari alle orecchie! Gli acari alle orecchie sono parassiti molto infimi e difficili da debellare feci diversi cicli con un prodotto di libera vendita che permetteva di sciogliere il cerume e nello stesso tempo eliminare gli acari grazie alla presenza di piretrine (es. Acacerulen), ma il gatto continuava a grattarsi a tal punto da far cadere tutto il pelo intorno alle orecchie, dopo un’ulteriore visita venni consigliata dal veterinario di applicare un antiparassitario locale utile sia per gli acari e sia per gli altri parassiti (es. Advocate), ovviamente quest’ultimo prodotto è soggetto a ricetta veterinaria ripetibile!
Per il momento le avventure della mia gattina Mya sono finite, spero che adesso dopo tutte le sue disavventure inizi finalmente la sua vita felice di gatto, per fortuna dicono che i gatti hanno sette vite! Potete seguire le sue avventure su @sorry_i_m_a_cat .
Per il resto grazie a lei ho potuto imparare tante cose nuove, se vi è piaciuto l’articolo potete lasciare un cuoricino qui sotto!
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