L'olio di ricino e l'utilizzo in cosmetica

L'acido ricinoleico è il costituente principale presente nei semi di olio di ricino, insieme ad alcuni suoi sali ed esteri. L'olio di ricino in cosmesi viene utilizzato principalmente come stabilizzante di un'emulsione e/o tensioattivo. Ricinus Communis (Castor) Seed Oil è la denominazione convenzionale utilizzata nei cosmetici. Viene utilizzato nel MASKING, PERFUMING e SKIN CONDITIONING, ottimo nei saponi e nelle preparazioni per cosmetici naturali. Viene prodotto mediante spremitura a freddo dai semi e successivamente subisce un processo di chiarificazione mediante calore.

L'olio di ricino è classificato dalla Food and Drug Administration (FDA) come lassativo sicuro ed efficace. L'olio di ricino, già menzionato nei papiri egizi, è il lassativo più antico che si conosca. Utilizzato come purgante, lassativo ed emetico.

L'olio di ricino non è un significativamente irritante per la pelle, sensibilizzante o fotosensibilizzante nei test clinici, ma i pazienti con dermatosi risultano avere una maggiore propensione alla reazione positiva all'olio di ricino o all'acido ricinoleico.

Quindi attenzione! Aggiungere due gocce di olio di ricino nel proprio mascara ti può salvare la serata per non uscire senza il tuo mascara preferito! Ma, non deve essere una prassi! Aggiungere sostanze esterne ai propri cosmetici adultera la stabilità del prodotto e ne altera la conservazione, pertanto si possono poi manifestare reazioni cutanee non trascurabili! Pertanto quando un mascara è finito, è finito, buttalo se è ancora pieno nell’ INDIFFERENZIATO, se è vuoto si può smaltire nel contenitore della PLASTICA.


Fonti:

  • Final report on the safety assessment of Ricinus Communis (Castor) Seed Oil, Hydrogenated Castor Oil, Glyceryl Ricinoleate, Glyceryl Ricinoleate SE, Ricinoleic Acid, Potassium Ricinoleate, Sodium Ricinoleate, Zinc Ricinoleate, Cetyl Ricinoleate, Ethyl Ricinoleate, Glycol Ricinoleate, Isopropyl Ricinoleate, Methyl Ricinoleate, and Octyldodecyl Ricinoleate.

    Int J Toxicol. 2007;26 Suppl 3:31-77.