Zafferano, Crocus sativus, il re dei vegetali
Non si sa molto sulle origini della medicina greca, ma dagli scavi di Cnosso, dai loro vasi e dalle loro pitture murali, veniamo per esempio a conoscere che essi praticavano l’uso dello zafferano; uso che probabilmente i Greci hanno ereditato dagli Egizi dove la pianta era già nota come medicamento in quanto annoverata tra le droghe medicamentose del papiro di Ebers.
Fu Teofrasto di Efeso a dare a questa pianta il nome di Kròkos, forse da kròke (trama, filo) in allusione alla forma degli stimmi e Ovidio nelle Metamorfosi ad associarla alle vicende mitologiche del giovane Crocus che, disperato nel vedere la ninfa Smilax morire d’amore per lui, fu tramutato in questo fiore.
Dagli antichi però lo zafferano pare fosse usato solo come droga voluttuaria e come colorante, mentre il suo uso come medicamento è dovuto specialmente agli Arabi che ne curarono la diffusione in Spagna durante il medioevo e ai Crociati che lo fecero conoscere in tutti i paesi d’Europa.
La pianta fu poi tenuta sempre in gran conto come medicamento al punto da essere denominata il “re dei vegetali” ed essere considerata un rimedio straordinario capace di “provocare il riso e la gaiezza”, di combattere l’ipocondria e – a detta di Bacone da Verulamio – di ritardare gli effetti della vecchiaia.
Nel secolo XVIII lo zafferano entrò ufficialmente nella composizione di alcuni celebri preparati galenici quali il laudano e l’elisir di Garus.
E’ una pianta erbacea, perenne, da 10-30 cm di altezza, con bulbo-tubero, arrotondato, a base appiattita, rivestito da tuniche reticolate, fibrose, strette, prolungate ad avvolgere gli scapi fiorali in forma di guaine membranose. Le foglie sono quasi lineari, internamente solcate, cigliate ai margini, di altezza subeguale ai fiori, all’epoca della fioritura in seguito si allungano fino a raggiungere 30 cm. I fiori, ermafroditi, 1-2 per ogni scapo, hanno perigonio violaceo, a fauce barbata, costituito da petali oblungo-ottusi e da un tubo lunghissimo, 3 stami, ovario infero, sotterraneo, concresciuto alla base con il tubo perigoniale, stilo lungo, diviso in alto in 3 stigmi, lunghi almeno quanto la corolla. Il frutto è una cassula a 3 logge. La specie è originaria della regione mediterranea orientale, coltivata in Italia, Turchia, Spagna, Francia.
La droga, presente nella Eu. Ph., è costituita dagli stigmi, uniti ad una breve porzione dello stilo. Lo zafferano al tatto è untuoso, l’odore è forte e caratteristico; il sapore aromatico e amaro. Il colore della droga è dovuto a dei carotenoidi, rappresentati dalla crocina 2% e dalla picrocrocina 6%.
La picrocrocina è il principale componente degli stimmi di zafferano invece il safranale costituisce la frazione più importante dell’olio etereo contenuto nella droga nella proporzione di circa lo 0,08%.
Per il caratteristico aroma e sapore amaro di questi principi attivi attualmente lo zafferano è usato come eupeptico, amaro-tonico e correttivo di colore e sapore sia negli alimenti che nelle preparazioni galeniche.
Secondo alcuni autori però lo zafferano eserciterebbe una innegabile azione sedativa sull’utero per la quale potrebbe trovare utile indicazione nelle dismenorree dolorose; questo conferma l’uso che si faceva della pianta nella medicina popolare come emmenagogo. Ad alte dosi è abortivo, pertanto è sconsigliato in gravidanza.
Recentemente la sperimentazione ha evidenziato anche un’attività antidepressiva dello zafferano che ha portato non solo diversi studi in merito, ma anche alla stesura di libri.
Sicuramente ciò che ci porta a considerare lo zafferano prezioso come l’oro e soprattutto ad utilizzarlo con parsimonia nella vita quotidiana è il costo di produzione. Occorrono più di 100 mila stimmi per fare un chilo di zafferano. Un grammo di zafferano si aggira intorno ai 15-30 euro.
Oltre al campo sanitario, lo zafferano trova impiego in cucina. Chi di noi non conosce il buonissimo risotto alla milanese? In cucina si consigliano all’incirca 7-10 stimmi per persona. Inoltre per una migliore resa si consiglia di tritare finemente gli stimmi e poi lasciare la polvere in una tazza calda per circa 30 minuti. Per ulteriori informazioni visita il sito soframo.com .
Per concludere, lo zafferano lo si trova anche nelle preparazioni cosmetiche come emolliente e antiprurito e in creme indicate per il miglioramento delle macchie cutanee.
Spero che questo percorso nel mondo dello zafferano vi sia piaciuto, vi ricordiamo che l’utilizzo dello zafferano a forti dosi è tossico, quindi anche se è naturale fate sempre attenzione! Se l’articolo vi è piaciuto, lasciate un bel like qui sotto!
Fonti:
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E. Maugini, L.Maleci Bini, M. Mariotti Lippi, Manuale di Botanica Farmaceutica, Piccin, 1982.
C. J. Meyer, Manuale di farmacologia quale rischiaramento di tutti i medicinali, esposti nella farmacopea austriaca dell'anno 1836, con particolare riguardo ad altri ricettari, principalmente all'imp. regia farmacopea austriaca militare ed alla reale di Prussia per uso dei medici chirurghi e farmacisti, Parolari, 1841.
R. Srivastava, H. Ahmed etc., Crocus sativus L.: A comprehensive review, 2010
Mohammad J. Siddiqui et. al., Saffron (Crocus sativus L.): As an Antidepressant, Pharm Bioallied Sci. 2018.
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Articolo scritto in collaborazione dalla Dottoressa Lucia Bono e Dottoressa Alice Loreti